Quali sono le minacce più temute dagli adolescenti? Dopo violenza sessuale e droga ci sono senz’altro bullismo e cyberbullismo, secondo i dati dell’Osservatorio indifesa di Terre des Hommes e ScuolaZoo che ha raccolto timori e opinioni di oltre 8.000 adolescenti italiani su violenza, discriminazioni e stereotipi di genere, bullismo, cyberbullismo e sexting.

In occasione della Giornata Nazionale contro bullismo e cyberbullismo a scuola (7 febbraio) è utile ricordare quanto siano diffusi questi fenomeni e come impattino sulla vita quotidiana di milioni di ragazzi e ragazze.

I dati dell’Osservatorio indifesa

 

Il 65% dei giovani dichiara di essere stato vittima di violenza e tra questi il 63% ha subito atti di bullismo e il 19% di cyberbullismo. È quanto emerge dall’indagine dell’Osservatorio indifesa realizzato da Terre des Hommes, insieme a OneDay e alla community di ScuolaZoo, che ha coinvolto oltre 4.000 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 26 anni. 

La percentuale di chi ha subito una violenza, sia fisica che psicologica, sale al 70% se si considerano le risposte delle ragazze e all’83% tra chi si definisce non binario e scende al 56% tra i maschi. Anche le tipologie di violenza subite sono diverse tra i generi, a eccezione delle violenze psicologiche e verbali che colpiscono in egual misura maschi e femmine (71% in generale e per le femmine; 69% per i maschi).

Si configura come un fenomeno più maschile, invece, il bullismo (M 68% e F 60%); al contrario, il cyberbullismo sembra colpire di più le ragazze (F 21% e M 16%). Non stupisce invece che tra gli atti di violenza più segnalati dalle ragazze ci sia il catcalling, ovvero commenti di carattere sessuale non graditi ricevuti da estranei in luoghi pubblici, al 61% (per i maschi solo al 6%, in generale al 40%) e le molestie sessuali al 30% (al 7 per i maschi, 23% in generale). Tutte le tipologie segnano percentuali più alte tra chi si definisce non binario: violenze psicologiche o verbali e bullismo (80%), Cat calling (66%), molestie sessuali (36%), cyberbullismo (27%).

Bullismo e cyberbullismo, così come le violenze psicologiche e verbali, prendono di mira soprattutto l’aspetto fisico (79%). A seguire l’orientamento sessuale (15%), la condizione economica (11%), l’origine etnica e geografica (10.5%), l’identità di genere (9%), la disabilità (5%) e la religione (4%).

Le conseguenze sui soggetti di queste violenze sono diverse e pesanti. La prima è la perdita di autostima, sicurezza e fiducia negli altri, riscontrata dal 75% dei giovani. In un contesto in cui la salute mentale dei ragazzi è sempre più a rischio, appare preoccupante che il 47% affermi di soffrire di ansia sociale e attacchi di panico come prodotto di queste violenze tra pari e che il 45% segnali isolamento e allontanamento dai coetanei. Gli altri effetti negativi sono: difficoltà di concentrazione e basso rendimento scolastico (28%), depressione (28%), paura e rifiuto della scuola (24%), disturbi alimentari (24%), autolesionismo (20%).

Tra le violenze fisiche, di cui è stato testimone il 46.5% dei ragazzi, le più frequenti sono le aggressioni (68%) e gli scherzi pesanti (63%).

I PERICOLI DEL WEB

Dopo la scuola (66%), il web è percepito come il luogo dove è più probabile essere vittime di violenza, indicato dal 39% delle risposte. Se si guardano le risposte delle ragazze, Internet scende al terzo posto (36%) superato dalla strada (41%), arriva invece al quarto posto (36%) tra chi si definisce non binario, superato oltre che dalla strada anche dalla famiglia (entrambe al 44%). Il rischio maggiore in cui si può incorrere online, per il 56% dei ragazzi, è il cyberbullismo. Seguono il Revenge porn (45%), il furto d’identità, la perdita della privacy (35%), l’adescamento da parte di estranei (35%), le molestie (30%), l’alienazione dalla vita reale (25%), lo stalking (23%), la solitudine (9%) e il sentirsi emarginati (6%). Meno dell’1% ritiene invece che sul web non si corrano rischi.

La percezione del web della Gen Z è, quindi, quella di un luogo pericoloso, su cui andrebbe esercitato un maggiore controllo. Per prevenire la violenza che passa dalla rete, per 6 ragazzi su 10, sarebbe utile una maggiore regolamentazione della stessa. Solo l’8% vedrebbe, invece, un rischio per la propria libertà personale con un aumento di tale regolamentazione. È significativo constatare che il 30% pensa che una maggiore regolamentazione non porterebbe a nessun cambiamento in termini di protezione.

“Adottare delle regole stringenti che possano prevenire e limitare la violenza in rete è sempre più fondamentale. Oggi sono gli stessi ragazzi e ragazze a chiedercelo. Ed è nostro dovere ascoltarli, e continuare a dialogare con loro per aumentare la consapevolezza su questi aspetti, perché sono loro le prime vittime di linguaggi e atteggiamenti online sempre più violenti e sempre più pervasivi.” Afferma Paolo Ferrara, Direttore Generale Terre des Hommes Italia. Proprio per prevenire e contrastare ogni forma di violenza online sui minori la Fondazione ha presentato una proposta di riforma legislativa che mira a garantire una tutela più effettiva delle vittime di reati online. “L’Osservatorio indifesa è un punto di accesso privilegiato alle istanze dei giovanissimi, ormai un punto fisso di ascolto e confronto, ma che diventa poi coinvolgimento e partecipazione concreta grazie al Network indifesa, ai progetti insieme al mondo sportivo, alla creazione di spazi dedicati a loro, come l’Hub Spazio indifesa.” Conclude Ferrara.

“L’Osservatorio indifesa, realizzato in collaborazione con OneDay Group e ScuolaZoo, mette in evidenza come le violenze in rete abbiano un impatto significativo sulla salute mentale e il benessere dei giovani. In particolare, il cyberbullismo compromette la sicurezza e l’integrità emotiva dei ragazzi ed ha conseguenze a lungo termine, tra cui disturbi alimentari, depressione e difficoltà di concentrazione a scuola. Il target di riferimento dell’Osservatorio, la GenZ, mostra di essere consapevole dei pericoli che corre in rete e per questo chiede che venga studiata una regolamentazione ad hoc e che siano introdotti a scuola programmi educativi per promuovere un ambiente online più sicuro e sano per tutti. Stante un quadro così edotto è ora nostra responsabilità fare da ponte con le istituzioni per dare seguito e concretezza a queste necessità.” Commenta Gaia Marzo, Corporate Communication Director, Equity partner di OneDay Group e membro del Comitato Scientifico di Indifesa.

Cos’è l’Osservatorio indifesa

Dal 2014 Terre des Hommes, in collaborazione con OneDay e ScuolaZoo, porta avanti l’Osservatorio indifesa per ascoltare la voce dei ragazzi e delle ragazze italiane su violenza di genere, discriminazioni, bullismo, cyberbullismo e sexting. Ad oggi più di 68.000 adolescenti di tutta Italia sono stati coinvolti tramite i canali social di OneDay e ScuolaZoo, per un totale di più di 10 milioni di contatti online in quello che rappresenta, l’unico punto d’osservazione permanente su questi temi. Uno strumento fondamentale per orientare le politiche delle istituzioni e della comunità educante italiana.

L’Osservatorio indifesa 2023-24 e le attività di coinvolgimento dei ragazzi e delle ragazze sono stati realizzati grazie al prezioso supporto di BIC che è a fianco di Terre des Hommes attraverso il progetto Network indifesa la prima rete italiana di WebRadio giovanili contro la discriminazione, gli stereotipi e la violenza di genere, bullismo, cyber-bullismo e sexting. La Campagna indifesa di Terre des Hommes è nata per garantire alle bambine di tutto il mondo istruzione, salute, protezione da violenza, discriminazioni e abusi. Con questa grande campagna di sensibilizzazione Terre des Hommes ha messo al centro del proprio intervento la promozione dei diritti delle bambine nel mondo a partire da interventi sul campo volti a dare risultati concreti per rompere il ciclo della povertà e offrire migliori opportunità di vita a migliaia di bambine e ragazze nel mondo. Sostengono la campagna indifesa: Benefit Cosmetics, BIC, BIC corporate Foundation, Europolveri, Douglas, Fondazione Milan, Fondazione Zanetti, Gruppo SDS, La Prairie, Tangoo, RAI per la Sostenibilità ESG, Sorgenia, RGI Group, Valvorobica.